La prospettiva della storia che un tempo metteva le epoche musicali distanti tra loro è cambiata, da temporale, prospettica a spaziale; questo modifica il rapporto con la consequenzialità: non si è influenzati solo da quello che arriva immediatamente prima ma con la stessa forza da un suono di cinquecento come di cinque anni prima.
Lo scorrere del nastro o il girare della puntina sul vinile del LP, simboli dello scorrere del tempo, sono sostituiti da Hard disk dove non esiste scorrimento ma memoria. Il corso del tempo diventa spazio.
Personalmente mi interessa la Musica nella mitologia, quella musica che attraverso i poteri del suono incantava i delfini e faceva danzare gli alberi nel mito di Orfeo o quel suono che attraverso il suo potere oggettivo abbatteva le mura di Gerico.
Penso che la musica, linguaggio universale, debba parlare a tutti e non abbia bisogno di troppe spiegazioni, almeno su un piano profondo, ma di essere sentita risuonare dentro di noi per ascoltare quello che ci evoca.
Il rapporto che ho con la musica è da molti anni in stretta relazione con la mia ricerca di evoluzione personale. E’ un insegnamento che mi avvicina all’essenza, uno specchio. Con la musica ho modo di sentirmi in un fluire vasto e senza limiti. Ho l’opportunità di trasmettere le mie aspirazioni, di comunicare quello che provo, quello in cui credo.
ROBERTO CACCIAPAGLIA
Caspita!
Altro che "Beethoven non aveva ritmo, Jovanotti invece si".
Questo è veramente un'artista, al quale guardo con profondo interesse e riverenza.
Altro che "Beethoven non aveva ritmo, Jovanotti invece si".
Questo è veramente un'artista, al quale guardo con profondo interesse e riverenza.